DANIELE CERVELLI
10/10/2022Lo sento vibrare dentro al cuore, come gocce di pioggia, sui rami invecchiati d’autunno.
Il suono infinito del fiume, l’acqua che scorrere e consuma i contorni della sera.
Sulle sponde, all’addiaccio, là dove nessuno sa, si tessono i fili del vivere, si raccolgono stracci e monete per affrontare la notte.
Devo tanto al sorriso di Daniele Cervelli, ottimo giocatore dell’Azzurra che questo pomeriggio con i suoi piedi cancella anche la malinconia autunnale.
Un ragazzo davvero d’oro, speciale sul campo e immagino anche nella vita.
Certe cose si capiscono, senza bisogno di tante parole, senza necessitare di trovarle negli angoli più nascosti delle cose.
Le persone ci chiamano e ci fanno sentire la loro importanza, anche con poche gestualità e apprezzamenti, ma con il giusto peso.
Un sorriso grande, aperto, un po’ di barba e capelli ricci. Scuri come la cenere, quella dei camini nelle antiche case di campagna, con le travi di legno e i profumi di Natale sempre vicini.
Il suo gioco è un regalo per gli occhi, un’emozione rara.
Balla con la palla sul campo, la appoggia sui piedi dei compagni e quando la ferma ricade in modo preciso, senza sbavature.
Annuisce mister Sergio Devecchi, quando confido a lui la mia ammirazione per il ragazzo.
Sorride, senza sbilanciarsi troppo. Così come sa fare solo un vero uomo, un mister, uno che ti capisce con lo sguardo e che sa come sia importante rimboccarsi le maniche sul cammino dei giorni, senza lodarsi troppo o rimproverarsi.
Maestro di vita, amico. Sulla scia della poetica oraziana in cui tutto era necessità e straordinario sentimento emotivo. Quella de <<Est modus in rebus>>.
La ragione è nel mezzo, nel non eccedere mai né da una parte né dall’altra.
Si usano spesso troppe parole per raccontare, eccessive, superflue, ma oggi Azzurra – San Fereolo è stata una partita combattuta, maschia, necessaria.
E Daniele, anche senza fare goal, ha contribuito in modo determinante a un pareggio, tutto sommato equilibrato.
Mi ringrazia, ancora, dopo essere uscito dagli spogliatoi.
Lo fa portando tra le braccia un’umiltà e una partecipazione fuori dal comune.
Caratteristiche importanti per il cammino dei giorni.
Un ragazzo che è uno spettacolo e non c’è altro da aggiungere.
O forse solo che, mentre osservo l’immagine dell’Adda amica, poetessa, narratrice di storie, un po’ mi commuovo.
Saranno emozioni da stanco poeta, ma vibrano nel cuore le immagini e gli occhi di chi con la palla è ancora capace di giocare, di sfruttare le situazioni che passano come i treni alle stazioni dei ricordi e poi di raccontare storie, senza fine.
Ermanno Merlo