edelweiss – laudense ausiliatrice

edelweiss – laudense ausiliatrice

11/02/2020 Off Di Eugenio Lombardo

Edelweiss – Laudense Ausiliatrice: 1 -1

Arbitro: Scala Paolo

Non è mancato niente nel derby tra Edelweiss e Laudense Ausiliatrice: la tensione, perché la prima regola era non prenderle, che ha attanagliato ambedue le squadre, soprattutto nel primo tempo; il gioco, corale quello della Laudense Ausiliatrice, mentre basato su individualità di spicco quello dell’Edelweiss; la tensione agonistica, con un espulso per parte e qualche accenno di nervosismo in una partita comunque mai veramente cattiva; le occasioni sprecate d’un soffio, anch’esse in parità numerica: bellissimo un tiro sull’angolino destro a fil di palo di Matteo Landi ed incantevole un sassata giro di Cremonesi e splendida replica dell’estremo difensore laudense Bongiovanni.

scala paolo Scala Paolo

Alla fine, dunque, è stato pareggio e lo sarebbe stato anche ai punti, credete al vostro vecchio cronista di Gazzetta Lodigiana.

Ambedue le formazioni possono ambire al posto al sole dei play off, lì dove poi si gioca tutto, e il pareggio, anche se c’è, alla fine ne sbatte comunque una fuori.

Diciamola tutta: la Laudense ha retto sulla grandissima condizione di un certo Damian, un calciatore che a fronte di altre possibilità, che lo avrebbero visto protagonista come minimo in una categoria superiore, ha sempre risposto di avere i colori giallorossi nel cuore. Così come gli altri compagni, che sentono fortemente il legame con questa maglia. Giocatori che, anche chi è rimasto fuori, ed è stato chiamato alla bisogna, in corso di gara, hanno dimostrato di essere utili alla causa e di volere dare tutto quello che avevano in corpo e nell’animo: non è un caso che il goal del pareggio è arrivato da uno scambio tra i due nuovi innesti, Dosso per Keci, come non è un caso che l’innesto di Angelo Camera abbia dato profondità alla squadra e nerbo in avanti.

Insomma, la panchina è stata in questa circostanza tanta manna per la Laudense Ausiliatrice. Dopo tre sconfitte consecutive se fosse giunta anche la quarta qualche scricchiolio sinistro dalle parti di mister Palonca si sarebbe forse sentito, malgrado il tecnico milanese, oramai di Brembio, stia rispettando in tutto la tabella di marcia delle ambizioni della propria società e abbia realizzato un lavoro straordinario, attraverso il bel gioco, nell’integrazione tra ragazzi di nazionalità diverse.

L’Edelweiss, che pure aveva qualche assenza, è apparso rispetto al consueto leggermente sotto tono: anche lì non è un caso che la rete del vantaggio iniziale sia maturata da uno scambio tra Pini e Quattrocchi, due giocatori assolutamente fuori categoria, anche se l’azione è sembrata svilupparsi su un possibile fuorigioco, e resta da vedere se la difesa della Laudense avesse in realtà cincischiato, alla fine proprio rimettendo in gioco gli avanti dell’Edelweiss.

Certo, i movimenti di Quattrocchi illustrano alla perfezione cosa significhi giocare a calcio: capacità di smarcarsi, gestione della palla, peccato per quella testardaggine classica dei bomber di razza di volere risolvere tutto subito e da solo, in alcune situazioni avrebbe potuto servire qualche compagno meglio piazzato.

Pini rientrava dopo qualche tempo di assenza, ha faticato a trovare il ritmo partita ma è anch’egli un bomber di razza, un giocatore capace di fare le differenza, che potrebbe giocare – come gli è capitato e sicuramente gli accadrà ancora nel futuro – in altre parti d’Europa; ha preso qualche intervento e qualche calcio duro, ed è stato marcato strettissimo, ne va dato il giusto merito al suo mastino seppure correttissimo guardiano, quel Christopher, classe 2000, felice di vivere l’atmosfera del derby, e sicuramente di sera l’avrà pure raccontato ai suoi più lontani amici in Africa, e queste sono fra le cose più belle – se ci pensate – che possa promuovere il calcio dilettantistico lodigiano.    

Dove piuttosto l’Edelweiss ha convinto meno, almeno nella partita di ieri, è stato in mezzo al campo, e mister Pavesi infatti, che di calcio ne sa, nella seconda frazione di gioco ha imposto un assetto tattico diverso: troppa libertà era stata concessa a Damian, senza che nessuno lo pressasse una volta in possesso di palla, e già togliergliela è difficile ma dargliela in dono è un errore; la squadra appariva così troppo sbilanciata, concedendo sempre agili ripartenze agli avversari, che con un ottimo giro palla realizzavano l’occupazione degli spazi superando costantemente senza difficoltà di sorta il centrocampo.

Pareggio dunque equo che mantiene inalterate e possibili le ambizioni di ciascuna squadra.