Giacomo Fabiani
31/07/2021 Off Di Eugenio LombardoGiacomo Fabiani, un fiabesco Gulliver per il Fanfulla.
Forse non è l’ultimo pezzo del mosaico, ma è quello che si cercava sin dall’inizio, quando si è aperta la scatola del puzzle, e chissà mai se lo si trovava, fra gli altri.
E allora, finalmente, questo mosaico già bello di suo, adesso ha la sua forma grandiosa, perché questo è un incastro pesante, di quelli che danno fisionomia al puzzle e fanno presagire cose buone. Questa è la riconferma di Giacomo Fabiani, Jack per tutti, Gulliver per Gazzetta Lodigiana, leader di questo Fanfulla che prende sempre maggiore identità e spessore.
E’ il tassello che si attendeva, quello che dà la misura di avere fatto davvero un lavoro eccellente, arrivando concretamente al dunque. Complimenti alla Società bianconera che ha saputo trattenerlo, usando le corde giuste ed i momenti opportuni. Non era facile. Non era scontato. Se Gulliver Fabiani ha ancora sposato la causa del Fanfulla, vuole dire solo e soltanto una cosa: che questa è una causa vincente. Il presidente Luigi Barbati ha chiosato: “Jack è un ragazzo intelligente, come gli altri che hanno scelto la maglia del Guerriero: tutti loro hanno apprezzato l’impegno e la serietà della società, la concretezza della nostra visione del calcio e della stessa vita. Sanno che qui possono avere valide prospettive e possono riscuotere le giuste soddisfazioni, affermando se stessi in tutta tranquillità. Adesso sta a lui capire che, per noi, è davvero importante; ed assumersi quelle responsabilità di cui è capace: ha stoffa e carattere, carisma e forza.”
Fabiani mi ha sempre ricordato il pallone di cuoio vecchio stile, quello di epiche battaglie, con le cuciture ben spesse, e di un unico colore, marrone scuro. Mi ha sempre richiamato alla memoria i terreni di gioco dove più che l’erba, emerge il fango, quando servono i panzer, in quei campi così pesanti che occorre la forza, fisica e bruta, per disbrigare la pratica e giungere al punto.
Per il suo entusiasmo al limite del bullismo sportivo, della simpatia spaccona, degli abiti alla moda fuori dal campo, che lo rendono per metà attore di cinema, dove potrebbe avere un futuro, Fabiani fa l’occhialino alla spavalderia più audace. E’ il Vittorio Gassmann nell’interpretazione dello storico film Il Sorpasso. Uno che la sa lunga, e vive con pienezza ogni istante della propria vita. Che rompe gli schemi del perbenismo, in tutta la sua irruenza.
E’ l’eterno ragazzo che, nelle piazzette del paese, nei campetti d’oratorio, negli spiazzi di una strada, con due lattine per terra a fare da porta, si offre come capitano, e con il gioco del pari o dispari, sceglie i compagni per la propria squadra: e individua quelli come lui, forti e grossi, che sappiano pure fare a botte, che incutano paura e soggezione, che cerchino la vittoria senza fronzoli e poi la difendano a denti stretti, spedendo il pallone in tribuna senza tanti complimenti, come si faceva ai tempi di Udovicich il grande, che fu uno storico stopper di grande prestanza fisica, immagine di uno sport antico, dove il cuore contava più ancora che la tecnica.
L’ho già scritto altre volte: Gulliver Fabiani è come quei ragazzi che, siccome portano il pallone al campo, tenendolo stretto sotto al braccio, sono poi loro a decidere chi gioca e chi no, e sino a quando dura la partita, e magari quando si passa in vantaggio il match è già finito e, al limite, si può passare ad altro nuovo incontro, ma la prima vittoria è già in cassaforte per la propria squadra.
E’ un generoso a suo modo, con l’indole milanese di chi non sa farsi romantico, e la fretta sbrigativa di chi ama i fatti e non le parole. E’ uno che se ce l’hai dalla tua parte, ce l’hai per davvero, qualunque cosa accada te lo trovi accanto: ma senza fare melensi, anzi con un accento di intelligente sbruffonaggine e provocante spacconeria. E’ un giocatore che qualunque squadra vorrebbe avere per se, uno che è professionista, senza neppure necessità del professionismo. Un leader! Un gigante! Gulliver, appunto!
Ma la sua riconferma significa, come ha detto lo stesso presidente Barbati, davvero tanto per questo Fanfulla: Gulliver Fabiani è chiamato ad essere leader non solo per stazza e indole, ma per attaccamento alla maglia e senso della forza. Con lui in campo, c’è per tutti il fratellone dalle spalle larghe, quello che se c’è da menare per proteggere gli amici, non si fa pregare due volte. Quello che prima di arrendersi, vuole vincere. E quello che, se proprio gli altri gli dicono che la partita si è persa, allora torna subito in campo per prendersi la rivincita.
Come non volergli bene, ad uno così?
30/07/2021
Eugenio Lombardo