I VINCENTI / 1

I VINCENTI / 1

15/03/2025 Off Di Eugenio Lombardo

di Eugenio Lombardo.

Mister Pietro Cristiani del Camaiore Calcio, Eccellenza toscana.

Due stagioni fa, mister Pietro Cristiani ha preso la squadra del Camaiore, che era terz’ultima in Eccellenza Girone A della Toscana, e l’ha portata a disputare i play off, non agguantando tuttavia la promozione.

Quest’anno è partito con l’intenzione di disputare un buon cammino e tirare i conti solo alla fine, ma ha già fatto addizioni e sottrazioni da qualche domenica: squadra che, con largo anticipo, ha già vinto il campionato, approdando in serie D.

Secondo campionato vinto nel curriculum del quarantaduenne tecnico toscano, che era già riuscito nella stessa impresa alla guida del Tau.

Mister, successo forse da considerare ovvio, eri alla guida di una corazzata?

“Di ovvio non c’è mail nulla. In questo girone c’erano squadre attrezzate come la nostra, qualcuna con una storia pregressa importante, come Massese e Castelnuovo Garfagna, squadre seguite dalla loro gente. Sulla carta, lascia stare i problemi che possano avere avuto, allo stesso nostro livello, c’erano pure Viareggio e Perignano, Ponsacco.  Però noi dopo un avvio incerto, ci siamo ripresi bene: se su 25 partite non ne perdi una, mentre le altre arrancano, è chiaro che ci credi a farti spazio.”

Bello vincere così, con tutti questi punti di vantaggio!

“No, è più bello avere conquistato la serie D direttamente. La prima volta che era accaduto per il Camaiore era stato undici anni prima, ma passando attraverso i play off.”

Qual è stato il momento di svolta?

“Prima del campionato, nel derby di Coppa Italia, partita persa subendo 4 goal. Ci ha fatto male, ma ci ha dato consapevolezza. Convinzione che è cresciuta strappando un punticino nella prima di campionato.”

Non capisco.

“Abbiamo realizzato che occorreva lavorare, e poi lavorare ancora, senza mai fermarsi. Non serve nel nostro calcio essere belli e leziosi. Personalmente sono un amante del 4-3-3, ma guardo al sodo ed al concreto. Ho compreso che serviva realizzare un gioco più sporco, più agonistico. Uso una parola precisa: incattivirsi.”

C’è un giocatore simbolo che ti viene in mente se realizzi questa vittoria?

“Certo, Luca Anzilotti, calciatore dotato di un’intelligenza umana differente: lo avevo già avuto al Tau e con me non giocava perché nel suo ruolo c’erano diverse alternative. Ha lavorato, per recuperare il possibile gap di differenza con i compagni e rendersi utile alla causa. L’ho ritrovato al Camaiore. Non era titolare. Non si è mai arreso, ha meritato di trovare spazio. E’ uno che non smette mai di volere imparare, pur non essendo più giovanissimo. Per me è un esempio.”

Stai ricevendo molti elogi: qual è il tuo stato d’animo?

“Ho vinto questo campionato perché lo conosco benissimo. Conosco i giocatori, conosco i campi. Affronti e vinci le partite anche conoscendo e adattandoti agli impianti dove vai a giocare, mi credi? Ma non mi monto la testa. So di essere un autodidatta, e in quanto tale cresco se, sbagliando, so capire dove ho fatto l’errore per non ripeterlo.”

Meglio diventare un allenatore di categoria, in Eccellenza, e vincere campionati in serie, o crescere nella serie D?

“Non dipende solo da me. O dalla figura di un allenatore. Occorre che tutto lo staff sia all’altezza di un campionato nuovo e stimolante e sfidante. Chiaro che spero di fare la D, la società è ambiziosa, mette molta passione, ci stiamo confrontando. Certezza da cui partire: occorrerà fare un campionato molto diverso da quello disputato in questa stagione E occorrerà gente davvero motivata.”

Cosa ti piace del tuo mestiere?

“Tutto. La tattica è fondamentale. Insegnare calcio è molto bello. Però la sfida della domenica è essenziale per me. Se non ci fosse la domenica l’intera settimana si snaturerebbe. Quest’anno ho trovato stimolante rendere competitivi i ragazzi quando, in pieno inverno, dovevano andare ad affrontare un’ avversaria quotata, immediatamente alle nostre spalle, sapendo di avere 12 punti di vantaggio in classifica. Evitare le rilassatezze, trovare sempre nuovi obiettivi, mantenere il senso di fame, di voglia.”

Se non sarà Camaiore, dove potremmo vederti?

“A Lodi c’è posto? Si fa per scherzare, ma vediamo dove mi porterà il calcio. Te lo faccio sapere.”