Il mio sogno greco

Il mio sogno greco

27/11/2024 Off Di Eugenio Lombardo

Scritto lungo, chi non ha tempo passi oltre.

Noi siciliani abbiamo avuto più dominazioni: perciò, per statura (relativa alla lunghezza) io mi sento normanno. Per carattere, credo di essere arabo (l’ospitalità per me è sacra). Per cultura, ho una sicuramente un gene greco. Credo che i sogni indichino qualcosa.

E ieri notte ho fatto un sogno, brutto.

Ho sognato la partita di domenica prossima del Fanfulla contro l’Arconatese. Niente, non si passava, terreno amico ostico. Ma soprattutto, quel che è peggio, ho sognato che mister Serafini veniva sollevato dall’incarico.

Sarebbe un errore. Come volere scaricare su di lui tutte le responsabilità: ma quando le cose non vanno le colpe sono di tutti. Lo sappiamo: se mancano i risultati il primo a pagare è sempre l’allenatore, ancorché come in questo caso ingiustamente. Personalmente, se fossi il datore di lavoro di mister Serafini gli direi: caro Matteo, la retrocessione è purtroppo da annoverare tra le cose possibili, ma noi ti prolunghiamo già il contratto per la prossima stagione perché, se malauguratamente retrocedessimo, è con te che vogliamo immediatamente risalire.

Non essendo il suo datore di lavoro, al mister invece dico: mi sei entrato dritto nel cuore, ovunque andrai in futuro avrai un anziano cronista al seguito.

In ogni caso, la proprietà che mette i soldi è libera di orientarsi e di fare ciò che vuole, appunto perché – come si dice a Catania – tira fuori i piccioli.

Ma potrebbe essere, se ciò accadesse, speriamo di no, e sempre sottolineando che sto facendo riferimento ad un sogno, anzi: un incubo, non l’unica sedia a liberarsi in casa Fanfulla.

Cosa farebbe, infatti, il direttore generale che di mister Serafini ha un’altissima considerazione e che probabilmente sa dove e come si dovrebbe, al contrario, intervenire?

Con Massimo Londrosi ho una discreta frequentazione, perché abbiamo fatto un patto nelle settimane scorse: da qui a Natale potremmo parlare di tutto fuorchè di calcio. Ci confrontiamo perciò sulla letteratura italiana, sui libri migliori in circolazione, sugli eventi culturali più interessanti. Ho promesso di regalargli due miei libri e lui mi ha promesso di leggerli e, da docente di scuola superiore, di darmi la sua opinione. Tuttavia, malgrado questo patto, io ogni tanto provo ugualmente a chiedergli: e allora, direttore, questo Fanfulla? E lui si trincera dietro un silenzio che sa di massimo riserbo.

Ma io, da buon greco, sto imparando ad interpretarli questi suoi mutismi. E mi assumo tutte le mie responsabilità nel dire che, se saltasse mister Serafini, difficilmente il direttore accetterebbe di continuare la sua avventura al Fanfulla. Sarebbe un fatto disdicevole assai. Mi offro per trattenerlo con la forza. Massimo Londrosi, e non perché ha promesso di leggere i miei libri, è uno che oggi può solo fare il bene del Fanfulla. Intelligente, riservato, educato, maturo in età ed esperienza, disincantato sugli effimeri effetti del pallone, conoscitore assoluto del calcio di serie C e di serie D, apprezzato in tutta Italia e persino all’estero: avercene di persone così, lo abbiamo detto a più riprese.

E, allora, domenica bisogna vincere. Per salvare una panchina. Per non perdere una poltrona dirigenziale. Per raddrizzare una stagione, perché davanti le avversarie sembrano proprio che stiano aspettando il Fanfulla e vanno agguantate: il turno di domenica è favorevolissimo.

I ragazzi dovranno dare tutto per il loro mister, scacciando i presagi del mio sogno greco. Salvare questa categoria è la prima pietra su cui costruire il Fanfulla che verrà: per 90 minuti è tempo di unirsi ed incitare i ragazzi. E di dimostrare a mister Serafini che la città lo apprezza e lo stima. Tutte le altre situazioni vengono dopo. Io sarò sulle vette già imbiancante a mangiare capriolo e polenta, ma il mio cuore sarà palpitante nei pressi di quella panchina: forza mister, non sempre i greci avevano ragione e, in ogni caso, andiamo a vincere! Ti aspetto sul Tonale domenica sera, la bottiglia di vino è già scelta: stavolta bollicine, per festeggiare. Andiamo a vincere!