La danza del tempo

La danza del tempo

08/12/2021 Off Di ermanno merlo

L’altra partita.

di Ermanno Merlo.

La danza del tempo.

Anche un aspirante poeta come me, sempre pronto a ricercare il bello negli angoli dell’esistenza, a respirare a pieni polmoni la magia, fa molta fatica a trovare poesia in questa penultima giornata del girone d’andata di prima categoria, girone I.

Lodivecchio – Oriese, risultato perentorio: 0 – 3, Così, ogni cosa si fa piccola e insicura, i più grandi occhi si fermano attratti dalla sinfonia delle foglie, dal lento suono del cuore.

Ci sono sconfitte difficili, insidiose, lucide e precise.  Ce ne sono altre, invece, confuse, senza spiegazioni, che lasciano un po’ di amarezza e rancore.

Solo il cielo questa sera, bagna di rosa la campagna lodigiana, sorride al buio che cala.

Il primo tempo si apre con grinta per gli atleti di mister Baroni, che sembrano avere intravisto l’obiettivo, capito finalmente come riuscire; invece, per via di alcune imprecisioni, il pallone gonfia tre volte la loro porta.

Ibou Mbaye, nostro caro amico, risulta tuttavia schiacciato dell’impossibilità di tirare fuori tutto il suo talento.

Lo sa bene, il grido di sostegno dalla tribuna per lui arriva forte e chiaro.  Ci sono cuori che battono e che tratteggiano parentesi precise di affetto.

Vorrei inchinarmi davanti a un gesto di umiltà come quello di Samba, che nel corso della partita, ormai quasi giunta al termine, prende le difese del fratello, durante alcuni momenti di tensione.

Una azione che bagna il naso a quei tanti cavalieri d’altri tempi, quelli <<senza macchia e senza paura>>, che da Samba avrebbero solo da imparare.

<<Vado a casa a smaltire la rabbia>> eloquenti i verbi di mister Baroni, che non sa ancora come svelare l’arcano. Ci riuscirà, noi siamo con lui.

Intanto, nonostante tutto anche altri giocatori si distinguono in campo per la loro abilità.

Il volto e la grinta di Issouf Zerbo scaldano l’erba infreddolita e permettono di ripartire più e più volte. Serve la sua tecnica alla squadra, il sapere arrivare su ogni pallone con precisione.

Il post partita è delicato, incerto. Il freddo cala nelle ossa, si scioglie in un tremolare infinito.

Ad elaborare il risultato, in una delle stanze della società, c’è Virginio Gandini, direttore sportivo. Silenzioso ascolta le danze del cielo, prosegue il suo cammino verso la ricerca.

Un pensatore di quelli rivoluzionari, che sanno aspettare il momento giusto per agire, che pianificano i sorrisi degli occhi.

Quello che devono fare ora i giocatori è scegliere, nuotare nel mare continuo della possibilità.

Lo avrebbe detto anche Kierkegaard nel 1800, con parole sempre attuali che scegliere, significa esistere.

La scelta forma la personalità stessa e l’uomo è ciò che decide di essere.

L’esistenza, per il filosofo, è colma di possibilità che pongono l’individuo di fronte a una decisione che può rivelarsi positiva o negativa.

Cosa sceglieranno i nostri amici?

Scorderanno i dolori, i dispiaceri, l’incertezza, questo continuo non sapere o preferiranno ripartire in uno sguardo grintoso e partecipe?

Ogni secondo si sgretola nell’identità di un sogno, nel ricordo di una emozione, in questo trascorrere lento che ci porterà prima o poi tutti a perderci nella danza del tempo.

Io,io burattinaio di parole, viandante della luce, cerco e ricerco, nello sguardo di una partita, nelle parole di un filosofo, nel legame di un fratello, la via di questo essere.

08/12/2021