
Lodivecchio –Spinese
18/10/2021 Off Di Eugenio LombardoLodivecchio –Spinese: 2 – 3
di Eugenio Lombardo
E che cosa mai dovrei aggiungere io, vostro vecchio cronista al servizio del calcio dilettante lodigiano, dopo le parole ricche di saggio discernimento del direttore Virginio Gandini, per il Lodivecchio, ed il compiacimento quasi imbarazzato di mister Piacentini della Spinese, per il successo oramai insperato della sua squadra?
Potrei dirvi che il Lodivecchio è stato come il fachiro indiano che ama sederti su un tappeto di aghi, ma lui almeno non sente il dolore, essendo un asceta. Mentre la Spinese è stata una scialuppa di pirati, e ha saccheggiato tutto quello che c’era da prendere.
Però chi ha visto la partita potrà convenire su alcune questioni. Tutte riguardanti il Lodivecchio. Raccontiamole.
Punto primo. Il Lodivecchio ha letteralmente, forse a tratti, dominato la partita. Ma ha regalato occasioni che, davvero, non potevano rifiutarsi: lì dietro la palla scottava. Lenti, imbarazzati, intimiditi, eppure sono calciatori che, individualmente, dimostrano di saperci fare col pallone, ma quando devono difendere da squadra non sempre riescono ad esprimersi, come se ciascuno attribuisse all’altro al responsabilità di risolvere la situazione.
Punto secondo. La squadra ha risentito del mezzo utilizzo di Ibrahim Mbaye partito solo dalla panchina nella frazione del secondo tempo. Dice lui che in settimana era stato a mezzo servizio e che l’allenatore precauzionalmente lo teneva fuori. Sarà, e non sono affari nostri: decida lui cosa vuole fare da grande. Ora, tutti sanno quanto lo apprezziamo, a questo ragazzo. Però se fai il fenomeno sulla tre quarti, come lo fai, davvero da incantare tutti, poi devi farlo anche sotto porta: perché se ti intorti al tiro, o sparacchi sul portiere, una due tre volte, allora sei egoista, perché hai il compagno libero a dieci passi, e non va bene: ragazzo, ascoltami, le partite non si risolvono mai da soli, lo sai vero? Sei un talento della natura, ma a questa dote devi accompagnare la generosità e quella furbizia che sai di possedere benissimo. Perché a risolvere i match, come ti dicevo, c’è riuscito sinora un calciatore soltanto: si chiamava Diego. Io lo osservai dal vivo: e capii che nel calcio avevo oramai visto tutto, non ci sarebbe più stato un dopo. Poi ti spiego chi era.
Punto terzo. Il Lodivecchio ha un giocatore di grandissimo rendimento. E stiamo parlando di Issouf Zerbo: se gira lui, gira la squadra. Gli avrei messo un difensore alle spalle, più vicino, in modo da affaticarlo meno nell’immenso raccordo di lavoro che ha svolto. Ma magari mi sbaglio. Bene anche Harri, che qualcosa ha sbagliato, ma ha corso a perdifiato, instancabile, e ha lasciato in campo ogni possibile goccia di sudore.
Punto quarto: le punte, nessuna esclusa, chi è partito prima e chi è entrato dopo, hanno fatto a sportellate lì davanti: ma soprattutto alla fine dovevano tornare indietro a difendere. Perché la squadra non ce la faceva più: aveva rimontato due goal e speso tutto dal punto di vita delle energie mentali.
Punto quinto. Dato atto al portiere Mattia Ramella di avere salvato la porta anche a costo di fracassare il proprio fisico, qualcuno mi può spiegare come è stata piazzata la difesa in occasione del terzo goal della Spinese? Volevamo chiederlo a mister Rossi, ma non ha accettato di parlare con noi. Nessuna polemica, per carità: se il Lodivecchio in classifica ha solo un punto non è certo colpa sua.. Siamo uomini navigati, e capiamo perché ha compiuto questa scelta del silenzio, e gli va riconosciuto che l’ha fatto per nobilissime ragione. Ma la stampa chiede. Svolge il proprio mestiere e servizio: domandare è lecito, rispondere è cortesia. Si usa dire così, e forse questa frase qualche valore ce l’ha. Sbaglio?
Punto sesto. Ha parlato per tutti il direttore Gadini, gran signore del calcio e amico personale di vecchia data. L’ho visto dispiaciuto: sa cos’è il calcio, e sa che i ragazzi oggi sono più fragili rispetto ai nostri tempi, bisogna avere pazienza, lavorare tanto sulla testa, ma tanto.
E la Spinese? Con un Francavilla formato standard extra lusso può dare grattacapi a tutti, e quel Brucoli che della ciurma sembra quello cattivo, ma è davvero efficace e determinante. Buoni anche i giocatori che sono entrati dalla panchina: hanno dato un contributo fondamentale per la vittoria. Si sono fatti trovare lì dove occorreva che fossero.
Il futuro del Lodivecchio? Le nubi sono nere, ma quando c’è di mezzo il direttore Gandini il sole si sa che sta dietro l’angolo. Occorre un piccolo sforzo per disegnare uno scenario diverso: chi non ha l’esperienza, deve fare un patto con se stesso, e trovarlo dall’oggi al domani, come Giacomino che, con tre fagioli magici gettati dalla finestra sul prato, fece crescere un albero gigante sino ad arrivare al cielo.
Scommettiamo che il Lodivecchio riesce a scrivere una nuova fiaba?
Eugenio Lombardo
18/10/2021