qui montanaso, parla matteo gozzini

qui montanaso, parla matteo gozzini

13/05/2020 Off Di Eugenio Lombardo

Matteo Gozzini, ventenne difensore del Montanaso, fa buon viso a cattivo gioco: calcio stoppato, e allora giusto guardare ad altri orizzonti nella propria vita, c’è il diploma di perito elettrotecnico da conseguire e il lavoro da cercare nell’immediato futuro.

Però certo lo sport gli manca; prima in casa era un continuo parlare di calcio e di basket perchè suo fratello, il diciassettenne Nicolò militava come cestista nel Borgo Pieve. Adesso, invece, si attendono tempi migliori, con un campionato – quello attuale e mozzato – che forse il Montanaso ha in parte sciupato.

Anche se, Matteo ammettiamolo ora che le bocce sono ferme, quel Casalpsuterlengo capolista era forse davvero imbattibile…

“Non so, al ritorno siamo stati sconfitti ma in una partita immediatamente segnata da un’espulsione. Finimmo in 8 contro 11. E brucia ancora…”

Sei giovane, ma per militanza di maglie hai un medagliere da veterano.

“Ho cominciato nella squadra dell’oratorio del mio paese, Borgo San Giovanni. Poi passai alla Fulgor. Quindi il periodo più bello del mio percorso giovanile: Sancolombano, Sant’Angelo e Fanfulla; alla fine sono approdato al Montanaso, dove gioco già da cinque anni.”

Tolta per ovvie ragioni quest’ultima maglia, quale senti più tua?

“Sicuramente quella del Fanfulla, perchè lì ho fatto gli Allievi regionali e a quel livello trovi già giovani promesse, ragazzi che sanno davvero giocare a calcio. Ero allenato da mister Marco Venzaghi, e fra i miei compagni c’era Lorenzo Mazzucoli, che ora gioca nel Codogno. Quasi tutti di quella squadra militiamo invece in Prima categoria, è bello ritrovarsi sui campi da avversari”.

Vorresti tornare a giocare su livelli più importanti, diciamo regionali?

“Adesso penso a giocare partita per partita e a dare sempre il meglio.”

Qual è il valore aggiunto di questo Montanaso?

“Vi gioco da cinque anni, e penso sia il gruppo: è quello che fa veramente la differenza.”

Hai vent’anni, e sei lì da cinque, insomma sei stato catapultato in prima squadra che avevi ancora il biberon…

“Non esageriamo. Avevo già 15 anni ero stato preso per gli Allievi, e invece a dicembre mi aggregarono in prima squadra. Certo, una bella soddisfazione.”

Com’è mister Beppe Quazzoli?

“Uno che ti sta sempre addosso, in senso positivo intendo. Se trova un tuo errore, ti martella affinché non lo si ripeta. Questo è molto stimolante.”

Avete espresso un buon calcio. C’è qualche compagno che ti sembra di un altro pianeta?

“Direi due, davvero forti: Luca Zambelli e Cristiano Taglietti; quando li osservo mi chiedo cosa ci facciano in Prima categoria: sinceramente, sono di un livello diverso.”

Quando si ricomincerà, che obiettivi avrà questo Montanaso?

“Abbiamo tutto per conquistare la categoria della Promozione. Ci riproveremo.”

Quanto tempo prima pensi alla partita della domenica?

“Ah, fosse per mister Quazzoli è dal martedì che occorre pensarci. In realtà è dopo la rifinitura del venerdì che io sento, dentro di me, una particolare atmosfera.”

Sei stato individuato come punto fermo per la prossima stagione; e invece, mettiamo, ti arriva una chiamata dall’Eccellenza. Che fai?

“Resto al Montanaso.”

So che c’è un collega a cui sei particolarmente legato…

“Sì, a Carlo Quazzoli. Uno che mi ha fatto crescere, mi ha sempre dato i consigli giusti. Noi del Montanaso abbiamo da sempre il rito del pranzo domenicale comune, lui veniva a prendermi a Borgo San Giovanni e in macchina, durante il tragitto, parlava e parlava e parlava. Ma tante cose mi sono rimaste dentro, e mi vengono utili, nel campo e nella vita.”