
Sant’Angelo – Breno: 2 -2
02/02/2025 Off Di Eugenio LombardoIl commento di Eugenio Lombardo
Ho non una, ma due proposte: il prossimo rigore, facciamolo tirare al nostro caro amico Franco Zacchetti, che è stato un bomber di razza; oggi mi ha detto la sua età, e sono rimasto sorpreso: pensavo fosse più giovane di me, beato lui…
Oppure facciamo benedire i tondini bianchi del penalty, cospargendoli di sale contro le jettature come si fa dalle mie parti.
Quattro rigori sbagliati su quattro, qui c’è un sortilegio, una macumba, deve essere successo qualcosa.
Bravo a neutralizzarlo, comunque, il portiere del Breno, Marco Serio, autore anche di un paio di parate plastiche, una sicurezza nell’occupare la linea tra i pali.
Il Sant’Angelo, al di là del rigore sciupato, ha molto da recriminare. Nel secondo tempo si è vista soltanto la squadra rossonera, il Breno è entrato assolutamente in riserva, un’altra squadra davvero rispetto a quella del primo tempo, dove uno sgusciantissimo Francesco Randazzo sulla fascia messo più volte in crisi la retroguardia dei padroni di casa. Mi è piaciuto molto questo giocatore. E poi c’è stato uno dei due protagonisti della partita, Lorenzo Moscatelli: due tiri, due goal, ad incorniciare una prestazione generosa nel fare salire i propri compagni e nel difendere i palloni che arrivavano dalle sue parti.
Devo anche fare i complimenti al mister ospite, Fabrizio Stridi, che in realtà è il vice: ha voluto sempre che i propri ragazzi giocassero alti, li ha spronati ad avere coraggio, e si sa com’è il coraggio: lo trovi solo se lo cerchi.
E il Sant’Angelo? Piccola tiratina d’orecchie, con affetto parlando: davanti ad una difesa che negli errori individuali ha concesso molto, bisognava avere la rabbia e la tigna del proprio mister: due goal davanti a quegli svarioni visti, credetemi, sono proprio il minimo sindacale.
La squadra nel primo tempo ha espresso un’evidente contraddizione: grande movimento, proprio orchestrale, frutto del lavoro del duo Brognoli – Pascali, eppure al tempo stesso troppi, davvero troppi passaggi sbagliati e fuori misura, tanto è vero che Messina, uno dei giocatori più intelligenti mai visti, aveva capito tutto: meglio tentare l’uno contro uno, la prova di forza, la discesa arrembante, che non un gioco che veniva storto, passatemi il termine. Chi se ne intende dice che questi lanci sempre un metro, un metro e mezzo più in là siano dovuti ad una discrepanza: allenarsi sul sintetico e giocare sul campo in erba reso complicato dal clima; le geometrie sballano, mi hanno spiegato.
Certo, non si fosse sbagliato quel rigore, per i rossoneri oggi in completo giallo la posta sarebbe stata legittimamente piena, soprattutto in virtù di un arrembante secondo tempo. Tanto è vero che i bresciani hanno festeggiato a lungo per il punto strappato.
Che altro dire? Vista fare all’inizio una cosa a Panatti che mi ha mandato in brodo di giuggiole: sinistro, destro, in uno scatto delizioso. Ottima la prova di Gulinelli. D’Este, autore di una doppietta, sa che poi gli devo dire una cosina all’orecchio. E Tordini, questa sì che una notizia, ha sbagliato un appoggio; e sapete allora come hanno reagito, all’unisono, gli spettatoti? Dagli spalti è partito uno scrosciantissimo applauso, tangibile stima della stima e dell’affetto che lo stadio barasino ha per questo formidabile giocatore.
La prossima andrà meglio. E la prossima si gioca a Lodi. Si prevede una partita ad altissima tensione sportiva.
Panatti-Mandelli, roba da scintille: che stupendo match si prefigura all’orizzonte! Ma io sarò a godermi il mare di Sicilia, e mi pare strano che si giochi lo stesso: è possibile un rinvio?
Certo che quello lungo, che mi chiede sempre per chi tifo, con fare sfottente, stavolta non potrà chiedermelo: è come scegliere tra due amanti, una da proteggere nella sua attuale debolezza e l’altra da stringere con ardore per la travolgente passione che offre.