Sentirsi a casa
12/08/2023 Off Di Eugenio LombardoE’ stata un’estate lunghissima, per certi versi travagliata, almeno per alcune squadre.
Esigenze di bilanci, necessità di fare passi non oltre la misura delle proprie forze, anche rispetto a sogni che vorrebbero essere tanto diversi. Ma poi conta il pallone, la voglia dei ragazzi di misurarsi con le proprie possibilità, di trovare margini di sé stessi ancora inespressi, il calcio è imprevedibile, non sempre scrive storie già conosciute.
Ci sono storie di mister molto stimolanti: alcuni all’esordio nella categoria in cui sono chiamati a guidare le proprie squadre, come Morzenti del San Biagio, Panzetti del Tribiano, soprattutto Albertini del Fanfulla. Si giocano chance importanti, hanno personalità, e tutto per fare bene.
Durante i giorni estivi siamo rimasti molto colpiti dal fatto che non vi sia stata squadra che non ci volesse alle proprie presentazioni, pure dal cremasco: abbiamo cercato di accontentarle nel maggior numero possibile, dalle altre andremo sicuramente prima che comincino i tornei, se gli inviti sono sempre validi: basta battere un colpo. E, certo, se graditi. In un paio di posti sappiamo di avere l’ostracismo. Pazienza.
A proposito di gradimenti, anche Fanfulla e Sant’Angelo ci hanno fatto sentire molto apprezzati.
Il Sant’Angelo ha vissuto giorni intensi e strani, ma ha saputo ritrovare nei quadri dirigenziali la propria continuità e la fedeltà ai propri valori ed alla sua storia. Quando noi, per ragioni che non val la pena di ricordare, chiedemmo di seguire questa squadra eravamo, per la comunità sportiva barasina, degli assoluti Carneadi: siamo stati accolti benissimo, e certe cose non si dimenticheranno mai, perché sono entrate in modo definitivo nel nostro bagaglio non solo professionale ma soprattutto umano. Quando qualcosa sembrava incrinarsi, abbiamo riscontrato un atteggiamento pragmatico, di grande intelligenza e anche a misura di valori e di profonda sensibilità: difficile trovare gente così, non nel calcio, ma nella vita. A Sant’Angelo ci sentiamo a casa.
Al Fanfulla l’aria è cambiata: se il reggente Tufo riceverà dalla città il sostegno e la fiducia che merita, se si eviteranno strumentalizzazioni di varia natura, gradualmente costruirà una realtà con radici solide. Ma gli verrà concesso il tempo necessario? O, alle prime difficoltà, comincerà il tam tam che era meglio venisse questo, piuttosto che quest’altro, piuttosto che affidare tutto ad un altro ancora? Anche al Fanfulla ci sentiamo nuovamente a casa: l’augurio è che questa gestione, cui Gazzetta Lodigiana dà un’evidente fiducia, possa durare a lungo.
Qualcuno dice che il San Giuliano non è squadra del territorio: noi la pensiamo ovviamente in modo diverso. Non sarà un girone differente e una manciata di km in più a separare i nostri destini dalla famiglia Luce, da Andrea soprattutto, che noi riteniamo un vero innovatore nel panorama del calcio nazionale: toccherà a lui un giorno realizzare un fulcro vincente sul territorio, che si faccia valere su palcoscenici molto, molto importanti. Noi speriamo di vederlo quel giorno.
Anche da altre squadre, oggi apparentemente fra le piccole, ci aspettiamo destini particolari: sarebbe bello possedere una sfera di cristallo, e vedere come sarà la vetrina tra una decina d’anni.
Gazzetta Lodigiana si appresta a cominciare la sua sesta stagione: come sempre con semplicità, gratuità, valorizzando le cose belle di questo ambiente, l’integrazione soprattutto, e tenendosi alla larga da tutto ciò che è inciviltà, maleducazione, rancore.
A qualcuno rode che noi ci siamo ancora. Lo sappiamo. Lo vediamo. Però a noi piace esserci. Il calcio aiuta a vivere la vita: che senso avrebbe, allora, provarsene?
Eugenio Lombardo