Tra le Marche e il Pavese

Tra le Marche e il Pavese

22/11/2021 Off Di ermanno merlo

Tra le Marche e il Pavese, spunta il Lodivecchio.

La nebbia calpesta il silenzio innocente. Avvolge, con il suo mantello, la pianura. Trasfigura il reale: ghirlanda di fiori sulle catene della vita.

I tifosi che amano il calcio, non si lasciano intimidire da un tempo incerto, dalla malinconia di novembre.

Ogni domenica lo sport diventa regola prima, assorbe ogni tristezza, si rende valvola di sfogo.

Così fidanzate, papà con grandi cuori, mamme e amici si ritrovano tutti sotto lo stesso cielo a fare il tifo.

Il Lodivecchio può finalmente assaporare la dolce vittoria.

Porta a casa un goal contro una Chignolese forse leggermente intimidita.

Vantaggio firmato Ibrahim Mbaye.

Ibou, ancora una volta, con il suo piede magico, ha suonato una nuova musica, ha gonfiato la rete.

Anche Samba non ha smesso mai di correre, con la passione che lo contraddistingue, compiendo un lavoro ineccepibile.

Ottima prestazione per Ramella che ha difeso l’area con energia, salvando più volte la squadra di Lodivecchio dal pareggio.

Si può finalmente affermare: il noi è prevalso sull’io.

Si sa, bisogna essere sportivi sempre.

Quando si vincono le partite e quando capita di perderle.

Entrare nel campo della Chignolese riporta la mia mente tra le colline verdi di Montefiore dell’Aso. Infatti, per aspetto e per contesto in cui sono collocati, i due campi si somigliano e il ricordo dell’incontro di un gruppo come quello di Montefiore, mi commuove.

Ma ora sono qui e cerco di tenere a bada l’emozione, per concentrarmi su una squadra che sta dando il massimo.

Non vogliono arrendersi gli atleti, non possono e il lavoro che hanno fatto in queste settimane insieme al mister Adriano Baroni si vede benissimo.

Non hanno più paura di attaccare, di andare su ogni pallone.

Stanno crescendo i giovani.

Perché, alla fine, tutti, anche i più piccoli si fanno uomini.

La luce della ragione riflette nel corpo, nel nostro io, ci porta a essere microcosmo della Natura.

La nebbia, intanto, continua a salire e le anime appaiono nitide, sfocate.

I visi dei giocatori del Lodivecchio però sono sereni e non c’è niente di più bello, che vederli abbracciati.

Luigi Fiorani e Tito Fasani, due pilastri della società sportiva, domenica dopo domenica condividono con me immagini sincere.

La sera di novembre è il sogno ancestrale, la via per la pace, è la carezza di un mondo ingiusto, che si colora con il pallone.

Non c’è più niente da dire, forse altre parole sarebbero superflue, ambigue, controverse.

Così mentre osservo i giocatori uno dopo l’altro, a fine partita, uscire dallo spogliatoio, seduto su una sedia, il buio si insinua negli angoli del presente e la mente raccoglie qualche parola dal cappello del vento.

Versi difficili, improvvisati, ma colmi di gioia:

Ci sono lacrime dell’anima

E canzoni di festa a novembre 

C’è un segreto negli occhi 

del saggio

Gli angoli di questa vita, i volti dei fratelli, uno scambio di sguardi d’intesa con l’allenatore, l’abbraccio con papà Mbaye, tracciano confini precisi, realtà empiriche e segnali di paesaggi mistici.

Spero che questa sera, i giocatori si concedano una fetta di torta, perché se la meritano.

E chissà che, magari, mentre sono intenti a gustarne il sapore, pensino un po’ anche a me, costretto a una ferrea dieta.

C’è un segreto negli occhi del saggio, a poco a poco, settimana dopo settimana, dolce dopo dolce, i giovani protagonisti lo stanno scoprendo.

Questa è la vera vittoria: prosit!

Ermanno Merlo

21/11/2021